Gallerie del Cortile dei Giardinieri
J. Frans Krajcberg
"La révolte III", esposizione omaggio
published at 14/02/2018
Grande difensore dell’arte ecologica, Frans Krajcberg si è spento nel 2017. Il Domaine di Chaumont-sur-Loire non poteva esimersi, con la presentazione di una delle sue opere, dal rendere omaggio a questo artista fortemente impegnato nella difesa della natura.
Scultore, pittore e fotografo, Frans Krajcberg, nato nel 1921 in Polonia, si è installato in Brasile nel 1947, dopo numerose peripezie legate alla seconda guerra mondiale e un breve soggiorno a Parigi. Lavora senza sosta nel cuore della foresta amazzonica e trasforma gli alberi bruciati in opere d’arte. Conduce contemporaneamente due battaglie, artistica e ecologica, contro coloro che distruggono la natura. È il messaggero della coscienza ecologica del Brasile.
La sua scoperta della foresta amazzonica consoliderà definitivamente la sua vocazione confrontandolo con il “grande impatto della natura”. Quest’ultima sarà la sua prima fonte di ispirazione, e presto il senso stesso di un’arte che diventa battaglia per difenderla con accanimento. La presa di coscienza della deforestazione da parte del fuoco sotto la pressione agricola e la successiva espropriazione degli Indiani sono altrettanti momenti fondatori. Presto, concepisce la sua arte solo in prossimità diretta con la natura: a prescindere dal fatto che si tratti delle sue pitture che assumono come supporto elementi vegetali, dei suoi pigmenti ovviamente provenienti dalla terra brasiliana, o delle sue sculture realizzate a partire da legni bruciati recuperati nelle foreste calcinate, l’arte per Frans Krajcberg si iscrive proprio nel cuore della natura e delle offese che subisce quotidianamente. (Un artiste en résistance - Claude Mollard e Sylvie Depondt )
Le sue sculture, di dimensione monumentale, sono fatte a partire da legni “sopravvissuti” agli incendi della foresta amazzonica: alberi feriti dal fuoco, liane intrecciate, tronchi di palme policrome, scorze calcinate.
Secondo Pierre Restany, amico di lunga data dell’artista, “la loro verità è quella della natura da cui provengono direttamente e questa natura è un richiamo dell’ordine morale della nostra cultura”.
Il lavoro di Krajcberg sembra inseguire un’interminabile ricerca nelle sue opere: fare rivivere quello che è morto. “Sono nato in questo mondo che si chiama natura e il grande impatto della natura, l’ho avuto proprio in Brasile.” “I miei lavori sono il mio manifesto. Il fuoco è la morte, il baratro. Il fuoco mi accompagna da sempre. La distruzione possiede forme. Ricerco immagini per il mio grido di rivolta.”
“L’arte è stata fatta per il mercato, e non per accompagnare la realtà del mondo e l’evoluzione degli uomini. Non cerco di fare dell’arte, cerco di esprimermi e gridare, perché sono un uomo ribelle. Oggi, la gente deve capire come l’Amazzonia viene distrutta e come non si interviene per fermare tale distruzione… Ora, si fa scomparire l’Amazzonia. È quello che resta dell’Amazzonia che mostro.”
DATI BIOGRAFICI
Frans KRAJCBERG
POLONIA
1921
Nascita di Frans Krajcberg a Kozienice (Pologna), in una famiglia ebraica di piccoli commercianti. È il terzo di un gruppo di cinque fratelli e sorelle. Sua madre, Bina Krajcberg, responsabile nazionale del partito comunista polacco, viene spesso incarcerata. Trascorre una parte della propria infanzia da suo zio. Aderisce alle gioventù comuniste all’età di 13 anni.
1939-1945
Sua madre viene impiccata nella prigione di Ramdam, vicino a Varsavia, il giorno della dichiarazione della guerra. Ritorna a Kozienice senza trovare traccia della sua famiglia. Imprigionato in una chiesa, si evade assieme ad altri polacchi e raggiunge l’Armata Rossa. A Vilnius, incontra Anilewich, che condurrà l’insurrezione del Ghetto di Varsavia. Malato, viene ricoverato a Minsk e inizia a dipingere durante la sua convalescenza. A Leningrado, si iscrive alle Belle Arti e segue, parallelamente, studi di ingegneria idraulica. Incontra Natacha, il suo primo grande amore, che muore sotto i suoi occhi, sulla strada di Minsk, mentre si sono rifugiati nella foresta per fuggire ai bombardamenti. Nel 1941, il Terzo Reich attacca l’U.R.S.S. Arruolato nel Primo Corpo d’Armata polacco, viene inviato a Tachkent, in Asia Centrale. Esercita il mestiere di controllore tecnico delle dighe dell’Uzbekistan. Nel 1943, si arruola nel Secondo Corpo d’Armata polacco come ufficiale assegnato alla costruzione dei ponti. Diventa il pontiere del Maresciallo Zhukov ed è il primo militare a entrare in Varsavia liberata.
1945-1946
Sua famiglia è morta nell’olocausto. Butta via le due medaglie assegnategli da Stalin sopra il confine cecoslovacco. Giunto a Stoccarda, dove tenta un’ultima volta, ma invano, di trovare superstiti della sua famiglia, studia alle Belle Arti con Willy Baumeister, che era stato professore presso il Bauhaus.
1947
Parigi lo attrae. In possesso di una raccomandazione di Baumeister, vi incontra Marc Chagall a casa di Fernand Léger che lo ospita tre mesi e organizza la sua partenza per il Brasile. Si imbarca con la complicità di una giovane ungherese che fa finta di essere la sua fidanzata ma che lascia non appena sbarcati. A Rio, non ha nulla per vivere e dorme sulla spiaggia di Botafogo.
1948-51
A São Paulo, Francisco Matarazzo ha aperto il Museo d’Arte Moderna. Assunto come magazziniere, frequenta i "pittori autodidatti" della Família Artística Paulista: Mario Zanini, Volpi e Cordeiro… Dirige l’allestimento della Prima Biennale che incorona Max Bill, capofila dei concretisti brasiliani. Si isola per dipingere a Itanhaem, un villaggio del littorale nella casa di Mario Zanini che viene a trovarlo, regolarmente, assieme a Volpi. Le sue opere vengono esposte presso il Museo d’Arte Moderna ma non vende nulla.
1952-1956
A Porto Alegre, nel Paraná, viene a contatto, per la prima volta, con la natura brasiliana. Viene assunto per effettuare il controllo della tutela delle foreste. Si isola per dipingere nella foresta e crea oggetti artigianali: terracotta, azulejos, statuine, nature morte e vegetali. Nel 1955, non supporta più di vedere le foreste del Paraná partire in fumo. La sua casa, installata nella foresta, viene distrutta da un incendio. Rientra a Rio dove condivide uno studio assieme a Franz Weissmann e dipinge Samanbaias, reminiscenze del Paraná. Espone insieme a Milton Dacosta e Maria Leontina presso la Petite Galerie.
1957
A São Paulo, la Biennale incorona Pollock. Krajcberg vince il premio del migliore pittore brasiliano. Improvvisamente famoso, vende le sue tele e torna a Parigi. D’ora in poi, vivrà tra la Francia e il Brasile.
1958
Ottiene la nazionalità brasiliana. Tuttavia, la critica brasiliana rimane dura nei suoi confronti. In Brasile, realizza le sue prime sculture nel Minas Gerais. A Parigi, interviene, accesamente, nel dibattito intellettuale e artistico della fine degli ‘50: guerra d’Algeria, crisi della Scuola di Parigi, e polemiche dell’Astrazione. Smette di dipingere, intossicato dalla pittura, e fa collages e stampe su carta giapponese impressa su matrice di legno. Realizza le sue prime "impronte dirette" di legno usando la tecnica della carta bagnata.
1959
A Ibiza, inizia a fotografare la natura. Realizza le sue prime "impronte di rocce e terre" e quadri con elementi naturali. Incontra il critico Pierre Restany che scrive La natura è il suo studio. Impronte dirette, assemblaggi o trattamenti scenografici… è un precursore marginale dell’Arte Povera e della Land Art. Parte, in Amazzonia, per la prima volta.
1960-1961
Di ritorno a Parigi, espone i suoi lavori presso la Galerie du XXème siècle e incontra Michèle, con la quale vive quattro anni. Dubuffet, che ammira, apprezza le sue materie. Braque stringe amicizia con lui. Collaborano per due litografie. Frequenta l’avanguardia del Nuovo Realismo, si interessa all’Op’Art e all’arte cinetica. Mentre viene fatto cittadino onorario di Rio de Janeiro, di cui riceve le chiavi, San Lazzaro, che dirige la Galeria e la Revue du XXème siècle, lo accoglie nella sua esposizione Rilievi. Stringe amicizia con il fotografo-reporter Roger Pic che abita Allée du Montparnasse. Fa un secondo viaggio in Amazzonia.
1964
La Biennale di Venezia mette in risalto i suoi "quadri di terre e pietre". Invitato nel Minas Gerais, torna in Brasile e si installa a Cata Branca. I campi di minerali di ferro gli offrono pigmenti puri. Realizza le sue prime sculture e macrofotografie dove terra e colla mescolate assieme vengono applicate sulla carta, essiccate al sole, e poi ridisegnate.
1965-1966
Zanini gli parla di Nova Viçosa dove un progetto pluridisciplinare raggruppa artisti e intellettuali come l’architetto Niemeyer e il cantante Chico Buarque de Hollanda. Sedotto dalla foresta e dal litorale marittimo, costruisce il suo primo studio, secondo i disegni di Zanini, nel quale si installa.
1967-1970
A Parigi, porta con sé la sua visione del Minas, abbandona i suoi quadri di pietre e inizia le sue ombre ritagliate, assemblaggi di legni naturali tinti (liane o radici di paletuvieri), sulle quali gioca la luce. Sposa Alba, una giovane brasiliana originaria di Bahia, figlia di ricchi medici della città di Salvador. Studentessa di storia dell’arte, scrive una tesi su Kandinsky. La coppia si separa tre anni dopo.
1972-1974
A Nova Viçosa, realizza i suoi primi "legni levigati", assemblaggi di legni morti dai quali sprigiona linee architettoniche: alberi cavi o paletuvieri, divorati dalla luce. Disegna sua casa nell’albero, affiancata da una scultura intitolata Memoria alla Distruzione. Di fronte all’oceano, fotografa le sue sculture sulla sabbia per catturare l’ombra e la luce. Le "impronte di sabbia", formature realizzate direttamente sulla spiaggia a marea bassa, diventano stampaggi di carta bianca, rilavorati con pigmenti naturali. Viaggia, assieme a Pierre Restany, nel Minas Gerais e il Piauí.
1975
A Parigi, i dibattiti provocati dalla sua esposizione presso il Centro nazionale d’Arte Moderna Georges Pompidou, a quell’epoca in prefigurazione, confermano la sua volontà di proteggere la natura minacciata. È la prima esposizione organizzata con l’intestazione Centre Pompidou. Il futuro edificio è ancora in costruzione. Incontra Claude Mollard, a quel tempo segretario generale del Centre Pompidou.
1976-1978
Imbarca per il Mato Grosso in Amazzonia con Sepp Baendereck incontrato un anno prima. Condividono la stessa passione per la difesa della natura e rimarranno legati da questa causa fino alla morte di Baendereck avvenuta nel 1989. Faranno assieme tre spedizioni amazzoniche (1976-77-78) e tre viaggi nel Mato Grosso (1985-86-87). Nel 1978, Pierre Restany risale, con loro, il Rio Negro. Durante il viaggio, redige il Manifesto del Naturalismo Integrale o Manifesto del Rio Negro nel quale esplora la sua visione dell’arte confrontata all’estetica "alternativa" di Krajcberg. Dal canto suo, gira un filmato proiettato durante i dibattiti organizzati a Rio, São Paulo e Brasília durante il lancio del Manifesto che scatena accese polemiche.
1979-1984
Installato a Nova Viçosa, inizia le sue impronte vegetali policromatiche. Abbandona le "ombre ritagliate" per realizzare monumentali "intrecciature di paglia", ispirati all’artigianato locale. Raduna pezzi di natura per ridare loro vita.
1985-1987
Nel Mato Grosso, realizza un lungo servizio fotografico sugli incendi delle foreste "queimadas" provocati dai grandi proprietari terrieri per diboscare i terreni agricoli. Porta indietro palme secche con le quali realizza varie serie di sculture, i suoi "conjuntos", bastoni della pioggia o totem, che raduna nelle foreste. Pubblica suo libro di fotografie Natura. Inizia la realizzazione dei suoi "legni bruciati".
1988-1995
A Seul, partecipa al simposio sull’ambiente con Immagini delle mie Rivolte. I suoi "legni bruciati" sono steli, sirene di allarme. In Romania, partecipa con altri artisti al movimento "Medici senza frontiere". A Mosca, è invitato al Congresso Internazionale di Ecologia. È la prima volta che torna in Russia dopo i suoi studi alle Belle Arti di Leningrado. Le sue "scorze bruciate", ravvivate da materie, sono il pendant dei suoi "legni bruciati ". A Rio, espone le fotografie Imagens do Fogo presso il Museo d’Arte Moderna nell’ambito della Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sul clima "Eco 92". A Rio Branco, nello stato dell’Acre, fotografa la foresta devastata e raccoglie elementi sparsi che gli serviranno per le sue sculture. Tenta di convincere gli agricoltori di non abbattere gli alberi. Minacciato, poco mancò che non venisse, a più riprese, ucciso. Il Municipio di Curitiba e il Governo del Paraná gli dedicano uno Spazio e ergono un monolito a suo nome. Incontra il "cacicco" amerindiano Raoni e si impegna nella difesa della causa degli amerindiani dell’Amazzonia.
1996
A Parigi, l’esposizione Villette-Amazone presso la Grande Halle de la Villette, vero e proprio manifesto per l’ambiente, sotto la responsabilità di Jacques Leenhardt e Bettina Laville, presenta alcune delle sue opere.
1997-2003
Aiuta suo amico Roger Pic nella salvaguardia del Passage du Montparnasse, luogo di memoria per numerosi artisti del XX secolo. Lo convince a fare una donazione delle sue opere alla Città di Parigi. Roger Pic muore nel 2001. Pierre Restany, diventato vice presidente dell’associazione del Museo del Montparnasse, che raggruppa gli occupanti del passaggio, muore, a sua volta, nel 2003. L’esposizione Arte e Rivolta, organizzata nel nuovo Museo del Montparnasse rende omaggio alle sue opere. Vengono inaugurati vari luoghi intitolati a suo nome. Fa donazione di sculture alla Città di Parigi. Sono ormai esposte nell’antica galleria chiamata Spazio Krajcberg. Situato a pochi metri dal suo studio, è un posto privilegiato con condivide con la sua foresta di 10 ettari a Nova Viçosa. A Curitiba, nel Paraná, viene aperto un museo, che porta il suo nome, nel giardino botanico. A Nova Viçosa, si dà da fare per costruire edifici atti a accogliere la sua fondazione "Arte e Natura" e pubblica la seconda ristampa di suo libro Natura e Rivolta.
2005-2007
A Parigi, è l’anno del Brasile in Francia. La Città di Parigi organizza una grande esposizione nel Parco di Bagatelle di cui celebra i cento anni dell’acquisto. Dialoghi con la Natura rende omaggio all’artista e al militante. Vengo organizzati dibattiti franco-brasiliani sul ruolo delle foreste urbane e periurbane. Parigi, Rio e São Paulo vi partecipano attivamente. Coglie l’occasione per lanciare il suo Grido per il Pianeta. Viene installata una scultura in bronzo sulla piazza della Mucca Nera, a Arcueil. La sua opera viene sistemata nell’Ambasciata del Brasile, nell’esposizione Tra Due Luci – artisti brasiliani in Francia.
2008-2012
Bahia gli conferisce il titolo di "Cittadino Bahiano". Pubblica un libro di fotografie Queimadas sulla deforestazione, sostenuto dal Governo. Partecipa all’esposizione O Grito – Ano Mundial da árvore allestita nel Palacete Das Artes Rodin. A São Paulo, espone nel Parco Ibirapuera, riceve il premio della Migliore Esposizione dell’Anno consegnatogli dall’Associazione dei Critici d’Arte e ottiene il titolo "Cittadino Paulistano ". A Gifu in Giappone, riceve il premio Enku di Sculpture. A João Pessoa, le sue opere sono presenti in Natureza Extrema per l’inaugurazione del Museo di Estação Cabo Branco. A Parigi, riceve la Medaglia Vermiglio della Città di Parigi per l’insieme delle sue opere.
2016
A São Paulo, è l’artista d’onore invitato alla 32a Biennale.
2016-2017
A Parigi, il Museo dell’Uomo espone le sue opere in un percorso artistico che impregna tutte le sale permanenti recentemente riconfigurate. Vengono organizzati incontri e dibattiti sulle sue opere. Lo Spazio Krajcberg ospita performance e lavori dei ricercatori del Museo dell’Uomo.