Albergo Le Bois des Chambres & Ristorante Le Grand Chaume

Il gran salone

published at 20/10/2022

Il Gran Salon situato all'estremità dell'ala ovest ed ampiamente orientato sulla Loira, venne arredato da Jules Potier de la Morandière, architetto del visconte Joseph Walsh, alla cui famiglia - prima dei de Broglie - apparteneva la tenuta di Chaumont. È a visconte Joseph Walsh che dobbiamo il camino policromo con il simbolo dell'istrice (emblema di Luigi XII) ed i pannelli col drappeggio scultoreo del salone. Il principe e la principessa de Broglie preservano la maggior parte degli arredi e fanno rivestire tutte le pareti con un broccato di seta gialla, recentemente restaurato, simile a quello della sala da biliardo.

L'arredamento, di vario stile ed epoche, comprende tra l'altro: una poltroncina ad s, una sedia bassa per fumatori ed un tavolo da tè. L'insieme dei pezzi ci permette di immaginare lo stile di vita e l'atmosfera delle lussuose dimore del 19° secolo.

 

Il rinfresco al tempo dei de Broglie
Gabriel-Louis Pringué, scrittore ed amico intimo dei de Broglie, soggiorna regolarmente a Chaumont. Sentiamo cosa racconta nel suo libro Trente ans de dîners en ville (Trent'anni di cene): "A partire dalle 17 veniva servito un rinfresco. La principessa a volte si presentava alle 19... Due valletti trasportavano su una portantina un immenso recipiente con un samovar e tutti gli utensili necessari: tazze, pile di dolciumi e di paté, di focaccine ben calde in piatti da portata d'argento, vini spagnoli, whisky e porto. Gli ospiti del castello si servivano da soli, a loro piacimento e quando volevano. Alle 20, i valletti con la portantina ritornavano e riponevano tutto nelle cucine."

 

Il camino
Il camino del Gran Salone è stato realizzato nella metà del XIX secolo dall‘architetto Jules Potier de la Morandière, su richiesta del proprietario del Castello, il visconte Joseph Walsh. Policromo, si ispira a vari camini visibili nel Castello reale di Blois. Un porcospino adorna questo grande camino. Viene utilizzato da Luigi XII dopo essere stato l’emblema di suo padre, Carlo di Orléans, figlio maggiore del principe Luigi, duca di Orléans. In occasione della nascita di Carlo che aveva avuto con Valentina di Milano, Luigi di Orléans istituisce, nel 1393, un ordine cavalleresco detto “del porcospino”, composto da 25 cavalieri nobili e sperimentati nel mondo delle armi. Tutti dovevano indossare un mantello di colore viola, su quale scintillava la collana formata da catene d’oro terminata da un porcospino con il motto: COMINUS ET EMINUS (da vicino come da lontano).
Questo motto è basato sulla credenza che si ha in quell’epoca ossia che il porcospino è in grado non solo di proteggersi da coloro che lo avvicinano ma anche di scagliare le sue spine come se fossero frecce contro coloro che lo provocano da lontano. Si tratta di un accenno riguardante sia la misericordia che la severità del re, nonché le qualità offensive del porcospino.