Locale di servizio, Castello
A. Isa Barbier
“Faisceau”
published at 03/02/2020
L'opera di Isa Barbier si basa soprattutto sull'incontro, la comprensione e l'interpretazione di un luogo. Sovente specifica, cappella, castello, convento, mare... (ma anche musei o gallerie più tradizionali), l’opera determina attraverso la sua singolarità la modalità di apparizione dell'intervento artistico.
Isa Barbier lavora per la maggior parte del tempo in situ, creando opere con materiali leggeri e animati (piume, petali, specchi...) organizzati in forme geometriche, architettoniche o dinamiche. Le sue opere sembrano fluttuare nello spazio.
A questi elementi sospesi vanno aggiunti la luce, il respiro e l'aria, come componenti instabili che partecipano alla percezione dell'opera, nella sua condizione fluttuante.
L'impatto degli elementi esterni non è aneddotico; è tanto una questione di proposta artistica quanto di materiali propri. Così, le opere aeree e viventi di Isa Barbier vengono costantemente riscoperte.
Un rapporto diverso con l’opera
"Un'installazione di piume è un oggetto sfuggente, anche attraverso la fotografia, che ha solo un ruolo di memoria sempre difettosa, parziale, di parte. Queste sculture d'aria sono solo apparentemente fragili. Un luogo favorevole lontano dai tumulti, una cura semplice e paziente può dare loro il tempo di vita che si vuole concedere loro.
I fili possono essere districati, le cere controllate tra due dita, le piume possono essere sostituite o lavate. Tutte queste attenzioni sono un piacere, ma anche un vincolo. Per interromperla, l'opera può essere disfatta. Il volume grande sarà poi ridotto a una manciata di piume da collocare in una "Scatola - Urna". In seguito, il lavoro può essere riproposto, nello stesso luogo, utilizzando lo "Spartito" e le piume poste in attesa. L'opera si colloca tra la scomparsa e la continuità. La sua vita dipende dai nostri gesti. Dobbiamo avere il coraggio di toccarla, con delicatezza, pazienza, flessibilità per tenerla in vita, ma anche accettarne la fine, nel giorno in cui lo decidiamo o se capitasse. E trovare in questa fine la bellezza, la libertà. Un nuovo spazio. Essere di fronte a questa vita sospesa, così vulnerabile, e quindi così preziosa, come di fronte alla nostra vita". Isa Barbier
"Così sono le sue piume, tutte uguali, tutte diverse. Frattali finti. Come una somma di elementi simili, nessuno dei quali è identico e tutti possono essere ricomposti all'infinito. È come se osservasse la danza delle particelle nei raggi del sole e, con il suo occhio, è la messaggera dell'ordine naturale, nato dal caso e dalla necessità.
Isa Barbier propone un mondo in possibile estensione, anche in possibile cancellazione. Questo movimento così volatile, quest'onda che muove le linee, questo vento che deforma o rompe il corpo delle opere, questa scultura del vuoto che non teme il nulla, si riferisce allo spazio tra le cose più che alle cose stesse. E inscrive, nel corso delle opere, un pensiero della forma in movimento: per quanto tenue possa essere, ciò che è agitato rifiuta il miraggio di uno stato eterno, indissolubile, sospeso nel cielo delle idee.
Come un passo sulla sabbia, questo lavoro trascura facilmente la stele. E la sua leggerezza non è dovuta solo al motivo della piuma, delle foglie, del filo, ma al suo metodo, che non utilizza nulla che non esista già: resti caduti dal cielo, raccolti insieme e associati a un luogo di lunga storia, castello, cappella, ecc. Nulla viene preso dal mondo, nulla viene aggiunto, o solo poco, ma il tutto è ordinato in modo diverso. Isa Barbier sembra scivolare negli spazi che ha domato, senza strapparli". Christine Rodès, giugno 2012
DATI BIOGRAFICI
Isa BARBIER
FRANCIA
Nata nel 1945 a Cannes, Isa Barbier è un'artista francese che vive e lavora tra Marsiglia e l'Italia. Si è iscritta alle Arti Decorative di Nizza nel 1966 e ha conseguito una doppia laurea nel 1971 all'Università di Aix-en-Provence, in storia da un lato, e in storia dell'arte e archeologia dall'altro. Questa esperienza le ha permesso di dedicare dieci anni della sua vita agli scavi archeologici tra il 1970 e il 1980, il che non le ha impedito di ottenere un DEUG in psicologia nel 1973. Dal 1980 in poi si è dedicata alla scultura e al disegno. Nel 1993 ha conseguito un master in arti plastiche.
Raccogliendo i materiali per le sue opere, elementi naturali sul terreno, torna sui passi della sua infanzia, accompagnata dal padre, botanico alla ricerca di piante e insetti e amante delle scienze naturali.
Nella prima monografia a lei dedicata nel 2017 dalla casa editrice LIENART, Nathalie Ergino distingue quattro tipi di opere: disegni su carta, rilievi murali, installazioni in situ e microstrutture.