11. Miguel Chevalier

I visitatori sono invitati a penetrare in una cupola e a lasciare temporaneamente la realtà fisica dell’esperienza quotidiana. All’interno della cupola, è allestita una seconda cupola più piccola. Due corridoi circolari, confini tra il mondo reale e virtuale, permettono di accedere alle cupole. Il visitatore viene immerso, all’interno della seconda cupola, in uno spazio virtuale e multisensoriale. Proiettata sulle pareti a 360°, l’installazione digitale “Trans-Natures” sollecita dapprima il senso della vista. Dopo “Sur-Natures” e “Fractal Flowers”, “Trans-Natures” presenta una nuova generazione di piante e fiori artificiali di dimensioni smisurate.

La musica appositamente creata da Jacopo Baboni Schilingi accompagna il mistero della loro apparizione. Al fine di abbellire lo spazio, un pavimento nero molto brillante crea l’effetto di uno specchio d’acqua circolare che riflette l’insieme di questa proiezione. Specchi alti 2 metri e inclinati a 30 gradi permettono di riflettere la proiezione su tutta la circonferenza della cupola.

“Trans-Natures” esplora poeticamente la questione del legame tra natura e artificio. Secondo un approccio iniziato alla fine degli anni ‘90, questa creazione si avvale dell’osservazione del regno vegetale e della sua trasposizione immaginaria nell’universo digitale. Questa natura artificiale, le cui forme ricordano la vegetazione dei sottoboschi, mescola varie specie di alberi, arbusti, ramoscelli e fogliami. Il suo sviluppo e le sue forme si ispirano alle arborescenze, sistemi di organizzazione dei dati informatici che adoperano il principio di radici, tronchi e rami. Questa natura, dalle forme talvolta realistiche e talvolta astratte, viene generata all’infinito grazie a un software inedito elaborato da Claude Micheli. Le piante nascono in modo aleatorio, crescono e muoiono in funzione di diversi “codici morfogenetici”. Il giardino si rinnova e si trasforma continuamente. Forme vegetali fluide dispiegano le loro curve nello spazio, mentre arborescenze di rami appuntiti crescono senza sosta e sembrano talvolta uscire dallo schermo. L’opera gioca con il senso dei limiti spaziali del visitatore. Immerso in questa sfericità avviluppante, la sua visione della lontananza e della vicinanza viene riconfigurata e aperta sull’infinito. L’isolamento della cupola interna da un corridoio circolare permette la completa immersione del visitatore in questo paradiso artificiale. L’architettura mezzo sferica e il dispositivo di specchi che occultano la visione degli angoli rispingono i limiti dello spazio virtuale. Il corpo del visitatore si trova all’interno di una pioggia di vegetali che si muovono e svaniscono. Alcuni diventano giganteschi durante la loro caduta libera, altri svaniscono passando come nugoli di pollinizzazione floreale, altri ancora spariscono nella lontananza come fuochi d’artificio Il visitatore vede cadere i giardini sospesi dell’opera. I suoi fiori immortali sono fuggitivi e fuggono nella lontananza. Le piante di luce che si avvicinano al visitatore sembrano essere cadute dal cielo. I loro fogliami, li loro fiori spinosi e le arborescenze dispiegate volteggiano e si intrecciano in un misterioso balletto vegetale che svanisce. La leggerezza del loro ballo traccia i contorni di un giardino che, come un microcosmo, sembra riassumere l’evanescenza della bellezza della vita.

DATI BIOGRAFICI

Miguel CHEVALIER
MESSICO

Nato nel 1959 a Città del Messico; Miguel Chevalier vive e lavora a Parigi.

Dal 1978, Miguel Chevalier utilizza l’informatica come mezzo di espressione nell’ambito delle arti plastiche. Si è imposto internazionalmente come uno dei pionieri dell’arte visiva e digitale.

Le sue opere, sperimentali e pluridisciplinari, attingono le loro fonti nella storia dell’arte di cui riformula i dati salienti. Il suo lavoro affronta la questione dell’immaterialità nell’arte, nonché le logiche indotte dal computer, come l’ibridazione, la generatività, l’interattività, la messa in rete. Sviluppa varie tematiche, come la relazione tra natura e artificio, l’osservazione dei flussi e delle reti che organizzano le nostre società contemporanee, l’immaginario dell’architettura e delle città virtuali, la trasposizione di motivi provenienti dall’arte islamica nell’universo digitale. Le immagini che ci forniscono interrogano perpetuamente il nostro modo di relazionarci con il mondo.

Miguel Chevalier realizza numerose esposizioni in musei, centri d’arte e gallerie in tutto il mondo. Elabora anche progetti nello spazio pubblico e architettonico.