08. Rêverie dans la nature
L’identità dell’uomo e la sua soddisfazione personale dipendono dalla sua relazione con l’ambiente. Il bisogno di natura dell’essere umano non è legato solo all’uso materiale dell’ambiente ma anche all’influenza del mondo naturale sul suo sviluppo emotivo, cognitivo, estetico e spirituale.
The Biophilia Hypotesis (Wilson 1984) sostiene che nell’uomo esiste una fondamentale ricerca di natura a base genetica, una naturale tendenza ad affiliarsi ad altri organismi viventi.
Nel corso dell’ultimo secolo la relazione tra l’uomo e l’ambiente naturale si è progressivamente degradata, il che si riflette in un sempre più diffuso malessere individuale e sociale.
Riconnettere l’uomo all’ambiente naturale appare ormai un’urgenza.
Il giardino LA REVÊRIE dans la NATURE è un viaggio nella natura che mette in scena la riflessione e la riconnessione con il sistema naturale attraverso tappe e parametri specifici, che rappresentano le relazioni e le pratiche storiche e antiche tra l’uomo e la natura.
Il culmine dell’esperienza si trova alla fine del nostro giardino, dove la Natura è rappresentata nella sua espressione più intensa: la NATURA SELVAGGIA.
L’uomo vive in mutua relazione con la natura e le altre creature, come gli insetti e gli uccelli, e si sente tutt’uno con l’ambiente.
La società contemporanea dà alla bellezza un valore estetico. Presso gli antichi greci, la bellezza rappresentava l’emozione e i sentimenti. È quanto il nostro giardino desidera esprimere e comunicare ai visitatori. L’uomo può scoprire nuove emozioni grazie alla natura: la biodiversità è un’espressione di bellezza.
L’uomo esiste e agisce in natura secondo dei principi di sostenibilità ecologica che portano alla progettazione di un giardino pluviale per il recupero dell’acqua piovana e di un’aiuola fiorita dedicata alle piante pioniere e alla loro germinazione.
Piante ed elementi naturali sono stati scelti per creare un quadro simile al paesaggio naturale come assortimento di specie e colori, nel rispetto della stratificazione naturale della vegetazione. Nel giardino pluviale si è perseguito lo scopo di ricreare un’atmosfera tipica degli habitat umidi. Qui i colori dominanti sono il verde, il bianco e il blu. Evocano l’acqua e portano alla distensione.
ProgettistI
Francesca Fornasari è nata a Milano nel 1980. Ha studiato architettura al Politecnico di Milano. Nel 2005 si è laureata con una tesi nel campo funerario: «Il giardino del ricordo: un giardino per la dispersione delle ceneri». Si trattava innanzitutto di concepire una forma moderna di ritualità legata a uno spazio spirituale relativo. Nel 2007 ha ottenuto una borsa di studio da parte del l’amministrazione comunale di Milano sui giardini terapeutici, e ha presentato il progetto di un giardino in un ospedale psichiatrico situato vicino a Lodi (MI). Nel 2008 ha seguito un corso di specializzazione all’Università di agraria di Milano sui giardini terapeutici. Tra il 2006 e il 2009, ha lavorato come assistente al Politecnico di Milano col Prof. M. Vogliazzo ed E. Turetti, per corsi relativi alla progettazione del paesaggio. Questa collaborazione le ha permesso di progredire nelle ricerche e nella formazione professionale. Nell’aprile 2009 ha vinto il concorso «Il giardino da due soldi » organizzato da Orticola di Lombardia (una grande associazione che ogni anno organizza una mostra mercato di fiori e piante nei giardini pubblici di via Palestro a Milano) in collaborazione con l’A.I.A.P.P, realizzando il suo progetto nei giardini pubblici Indro Montanelli. Ha sviluppato il proprio lato creativo grazie alla preziosa collaborazione, a partire dal 2004, con una galleria d’arte di Milano, la Galleria Toselli. Nel 2006 la galleria ha ospitato la sua prima mostra individuale. Nel frattempo ha partecipato, come artista, a diverse mostre collettive in Italia, in Europa (Vienna, 2005; Arc-et-Senans, 2005) e negli Stati Uniti (Detroit, 2006; Miami, 2009). Dal 2008 collabora, come redattrice freelance, con una grande rivista Web, www.style.it, nella rubrica di design. Lavora a Milano come designer di giardini freelance e architetto, e collabora con uno studio di progettazione del paesaggio.
Elisabetta Fermani è nata a Macerata nel 1975. Laureata in scienze agrarie alla facoltà di agraria dell’università di Milano, lavora nel campo della progettazione dei giardini e del paesaggio, per amministrazioni pubbliche e private, e progetta aree verdi su diverse scale. È particolarmente interessata al paesaggio terapeutico; sin dai tempi dell’università, quando ha messo a punto un metodo di progettazione di aree verdi per i bambini, si occupa di ricerca in ecoterapia e della progettazione di giardini terapeutici per la riabilitazione psicofisica. Nell’ottobre 2006 e nel settembre 2009 ha organizzato dei corsi di ecoterapia all’università di Genova con degli psicologi e dei paesaggisti. Occasionalmente collabora con il dipartimento d’ingegneria agraria della facoltà di agraria di Milano, nel campo della progettazione dei giardini terapeutici. È impegnata nella gestione paesaggistica secondo i principi della permacultura, un metodo di progettazione volto alla creazione di zone residenziali e sistemi agricoli sostenibili caratterizzati dalla stessa diversità, stabilità e flessibilità degli ecosistemi naturali. Innamorata dela natura e del mondo incantato dei bambini, lavora come illustratrice naturalista e collabora con case editrici specializzate in riviste d’arte e di giardinaggio.