Misterioso e leggero, fantasioso e gaio, questo giardino evoca l’anima dei defunti ed elabora l’idea della reincarnazione. La presenza di uccelli rasserena i visitatori.
Genesi del giardino
«Alla fine degli anni ’70, andavo tutti i giorni a trovare i nonni che vivevano in una strada vicino alla mia, rue du Haut-Pas, a Dieppe.
Abitavano in un appartamento al primo o al secondo piano, non ricordo più. Spesso osservavo mia nonna dare da mangiare agli uccellini sul davanzale della finestra della cucina. Un gruppo a dir poco eterogeneo di volatili aveva preso l’abitudine di venire ogni giorno a mendicare il pasto quotidiano. Si vedevano uno accanto all’altro piccioni, passeri e naturalmente un gabbiano, animale emblematico della città, che assicurava la colonna sonora della vita di Dieppe. A quanto pare venivano sempre gli stessi uccelli e mia nonna gli parlava. Si intrattenevno in conversazione.
Un giorno mi spiegò che in realtà non si trattava di uccelli qualunque: erano la reincarnazione di suoi (e quindi anche miei) familiari, che aveva conosciuto bene e che erano morti in tempi diversi. Certo, il loro aspetto era un po’ cambiato, ma lei li riconosceva perché le loro caratteristiche fondamentali erano sempre le stesse. Per esempio la zia Léontine era rimasta tirchia e scontrosa, lo zio Marcel avaro, lo zio Fernand generoso e portato per la musica, la zia Alice affidabile e gioiosa, la madrina una mangiona ecc.
Nonna riconosceva i suoi morti che la venivano a trovare. Gli faceva quelle piccole offerte e tutti gli uccelli si ritrovavano un nome. Metempsicosi a Dieppe.
Perciò sembra che, nella nostra famiglia, le anime trasmigrino negli uccelli.» Philippe Caillaud
Progettisti
Timothée Blancpain, architetto paesaggista e Philippe Caillaud, artista
FRANCIA
Da sinistra a destra: Philippe Caillaud e Timothée Blancpain
Timothée Blancpain, d'origine franco-svizzera, si è formato all'École Supérieure d'Architecture des Jardins di Parigi. Per familiarizzare con le piante ha lavorato nel settore orticolo e botanico nel Regno Unito: prima in un centro di giardinaggio vicino a Bristol, poi a Dixter e infine a Londra, nei giardini botanici reali di Kew. Tornato in Francia, ha collaborato con uno studio che si occupa di progettazione di opere stradali e reti varie. Successivamente è entrato a far parte dell’equipe di un costruttore svizzero specializzato nel settore dell’ippica. Ha creato una struttura per la progettazione e la manutenzione di aree verdi. Per specializzarsi nel ripristino di siti d’interesse ambientale, ha conseguito il master in «Giardini storici, eredità culturale e paesaggi» dell’École Nationale Supérieure d’Architecture de Versailles.
Philippe Caillaud, vecchio allievo dell’École Normale Supérieure di Cachan, è professore agrégé di arti applicate. Insegna storia dell’arte e storia della fotografia per il corso di studi BTS in design grafico a Montaigu e semiologia per il corso di licenza professionale Édition Jeunesse all'IUT di La Roche-sur-Yon. Artista dall’età di quattro anni (come tutti gli artisti), espone dal 1984. La sua pratica, molto legata alla natura e agli animali, si è evoluta. Spiccatamente ludica e infantile negli anni ’90, negli anni 2000 è diventata più meditativa e concettuale. La sua poetica spesso si tinge d’humor e il suo universo pieno di leggerezza è popolato da una miriade di farfalle e uccelli di ogni genere.