24. Betty Bui
"Le presse-citron"
Betty Bui introduce un materiale, il bosso, un’organizzazione spaziale centrifuga, piuttosto racchiusa su sé stessa, nonché una dimensione privata e perfino intima dello spazio pubblico. Grazie alla sua circolazione e alla sua funzione mobiliare, lo "Presse-citron" ("Spremilimoni") diventa un’opera da vivere e uno spazio d’incontro.
“Comme des citrons” (“Come limoni”)
“La questione che consiste nel sapere se, nella storia dell’arte, gli oggetti costituiscono una categoria separata da quella delle immagini è una domanda futile. Altrettanto futile è l’opposizione che alcuni continuano ad intrattenere tra astrazione e figurazione. Da molto tempo, ogni quadro è tanto astratto quanto figurativo e gli oggetti sono anch’essi sia cose che rappresentazioni. Il mondo in cui viviamo non ci lascia nessun’altra scelta. Trascorriamo tutta la nostra vita a consumare segni ed a tradurre il nostro rapporto rispetto a quello che tocchiamo in funzione della scala di valori che aggiorna ininterrottamente il sistema della pubblicità. Tutto ciò spiega il problema dello spazio pubblico diventato uno spazio pubblicitario, uno spazio nel quale l’estetica è cosmetica e la cortesia mercantile. Cosa ci rimane da fare? Cambiare il mondo? ? troppo tardi. Dirottarne i segni? Perché no. ? un po’ quello che fa Betty Bui. Siamo spremuti come limoni? E chi se ne frega. Betty Bui prende le parole alla lettera. L’utensile domestico si ipertrofizzerà, l’oggetto inquinerà così tanto il nostro spazio visivo che non si vedrà più che lui. Ispirandosi all’arte dei giardini ed alla tipologia delle camere di verdura caratteristiche dei giardini classici alla francese, Betty Bui introduce un materiale, il bosso, un’organizzazione spaziale, piuttosto racchiusa su sé stessa, ed una dimensione privata che non sono affatto conformi alla cultura repubblicana dello spazio aperto, piuttosto minerale e generalmente centrifugo. In altre parole, questo suo progetto di “spremilimoni” ispirato all’arte topiaria risulta essere, per certi versi, anacronistico e contraddittorio. Tuttavia, si ha voglia di vedere come questo anacronismo e questa contraddizione opereranno domani. Possiamo essere certi che Betty Bui ci abbia già pensato. Non mi sorprenderebbe se il suo progetto permettesse di dimostrare che lo spazio pubblico può anche essere uno spazio intimo e che la storia dell’arte, nonostante quello che alcuni pensano, consiste in un susseguirsi di epoche e generi”. Guy Tortosa
DATI BIOGRAFICI
Betty BUI
FRANCIA
Nata a Parigi nel 1967, Betty Bui vive e lavora ad Avignone. Diplomata della Scuola Regionale delle Belle Arti di Saint-Etienne, ha partecipato a varie esposizioni personali e collettive ed in particolare al Festival Rayon Frais di Tours (2008) ed al Lou Tempo Festival di Saint-Leu nell’ Isola della Riunione (2009).