23. Igloolik ultima
Luoghi fantasmagorici in cui il nostro rapporto col mondo viene ribaltato, le regioni polari e i loro abitanti autoctoni si confrontano con la minaccia di un epocale sconvolgimento climatico. Igloolik ultima è una metafora ontologica in cui gli esseri in divenire «donna, uomo & sciamano» s’incarnano in un giardino attraverso l’esperienza dei sensi.
Il rapporto col mondo degli inuit ci fa riflettere sui paradossi dei nostri stili di vita occidentali. Aprendo una possibile finestra sul futuro, la Groenlandia (da Grønland, in danese «Terra verde», così chiamata dall’epoca delle esplorazioni vichinghe) avrà certamente un paesaggio molto diverso nei prossimi decenni.
In effetti le regioni polari, che da sempre attraggono gli esploratori più ambiziosi, sono sotto la spada di Damocle di un drammatico cambiamento climatico originato da numerosi fattori che chiamano in causa la civiltà ocdcidentale: riscaldamento del pianeta (gas a effetto serra e scioglimento delle calotte polari), scomparsa di specie viventi e interruzione della catena alimentare (es. balene), colonizzazione motivata da interessi geostrategici (importanti riserve di petrolio), ecc. Oggi il mondo scientifico concorda nel considerare le regioni polari come i migliori indicatori delle perturbazioni climatiche a scala planetaria. Queste regioni, benché remote e molto poco abitate, sono tra le zone più inquinate del mondo a causa delle numerose correnti marine e atmosferiche che vi confluiscono.
Mentre tra gli inuit la mitologia della paura è legata alle dure condizioni di sopravvivenza in un ambiente ostile ma senza frontiere tra i mondi, che siano reali o appartenenti alla sottile realtà degli sciamani, la nostra ecologia occidentale della paura e della sicurezza si basa su giochi di potere del tutto inadeguati alla questione dell’essere-al-mondo dell’uomo: costruzione di muri, barriere, videosorveglianza, limiti alla libertà di movimento...
Il lento processo di adattamento alle condizioni polari è stato turbato dall’arrivo dei “bianchi” (commercianti di pellicce, missionari, cacciatori di balene, procacciatori di affari, etc) che si sono preoccupati solo dello sviluppo economico, senza assumersene le responsabilità e tener conto delle conseguenze: dipendenza economica, alcool, droghe, conflitti politici, introduzione di malattie contagiose, problemi ecologici, razzismo...
Infine, l’accorpamento di queste terre alle nazioni del Canada, degli Stati Uniti, del Quebec e della Russia ha comportato diversi spostamenti di popolazione, soprattutto a carico degli amerindi polari.
Malgrado una storia carica di difficoltà, di natura fisica e politica, le popolazioni polari hanno conservato una tradizione orale, lo sciamanesimo e l’attaccamento al proprio territorio. Il giardino, con l’esperienza dei sensi, si propone di esplorare proprio questo sottile legame.
Igloolik vuol dire “là dove ci sono delle case” mentre inuit significa «gli uomini» o «la gente».
Ultima igloolik è quindi il luogo dove sono di casa le anime incarnate.
Progettisti
Julie Bernard e Agathe Faure sono architetti DPLG dal 2006, et codirigenti della società di architettura [Local à louer]. Col loro sguardo sulla città, la loro formazione in architettura e consulenza, il gusto per il design, Julie e Agathe sono alla ricerca di un nuovo ambito di lavoro, aperto e creativo. La società collabora con diversi attori a seconda dei progetti in corso, formando così di volta in volta un collettivo pluridisciplinare competente. Il Territorio diventa la tela di fondo, il campo di gioco per esperienze artistiche, urbanistiche e politiche. Attraverso un percorso di immersione, osservazione, incontri e interviste l’associazione cerca di portare una maggiore ricchezza nel processo di progettazione e di inventare nuovi strumenti metodologici e prospettive di trasformazione del paesaggio. [Local à louer] è innanzitutto un luogo di scambio, dove la riflessione e la creazione trovano il tempo di germogliare e crescere, sostenute dallo spirito di condivisione dei saperi e dei punti di vista. Nascono così strumenti di analisi e di costruzione per trasformare il paesaggio. Lo studio realizza interventi, progetti nello spazio pubblico, partecipa a concorsi di idee e realizzazioni di diagnostiche urbane con l’obiettivo di studiare e partecipare all’elaborazione di un nuovo ambiente di vita.