21. Calligr-âme
In Giappone, la carta permette di corrispondere con gli dei, sia tramite foglietti di carta piegati e attaccati agli alberi, sia durante delle cerimonie, in cui il sacerdote shintoista benedice i fedeli con un ramo rivestito di strisce di carta. In giapponese, «kami» vuol dire sia «carta» sia «Dio».
Partendo da questa relazione tra il corpo e lo spirito, la coppia di artisti franco-giapponesi e i due architetti che li accompagnano hanno immaginato un giardino i cui viali formano l’ideogramma dell’anima: «Tamashi».
Il giardino propone opere di carta realizzata con la corteccia del gelso e ospita solo piante utilizzate per la fabbricazione della carta (bambù, canapa, graminacee, pioppo, papiro). L’assenza di fiori concorre ad accentuare l’effetto vibratorio prodotto dalle diverse tonalità delle foglie.
La serenità, la calma, la comunione con la natura sono i medicamenti spirituali dell’anima. Contrariamente ai giardini asciutti che si contemplano dall’esterno, in questo giardino la vegetazione protegge dal mondo il visitatore, invitandolo a un incontro molto originale con la carta, attraverso le opere e la vegetazione. Come in un giardino Zen, la ghiaia dei viali simbolizza l’acqua del fiume, in risonanza con la vita che scorre. Tre panche installate al centro del giardino e intorno ai viali invitano il visitatore a una sosta contemplativa.
Miki Nakamura utilizza il libro dell’albero, la parte tra la corteccia verde e il cuore, irrorata dalla rete dei canali dove scorre la linfa, la parte vivente dell’albero, che gli permette di crescere. L’opera dell’artista mette in risalto la rete, che diventa la trama strutturale delle sue creazioni.
Il torii, letteralmente «là dove stanno gli uccelli», è un portale tradizionale giapponese che ha la funzione di separare simbolicamente il mondo fisico e il mondo spirituale; ogni volta che per entrare in un tempio si attraversa un torii, per tornare nel mondo reale bisogna riattraversarlo nell’altro senso. L’artista ha deposto un’offerta ai piedi del torii come simbolo dell’anima che fugge dal corpo.
Awa: le bolle. Presentata in dei bambù contemporanei (tubi di resina acrilica) l’installazione delle bolle ci ricorda l’importanza dell’ossigeno liberato dai vegetali.
I fiori: gli unici fiori del giardino. Evocano la fragilità e l’impermanenza.
Progettisti
Miki Nakamura nasce il 1 giugno 1974 a Hiroshima. Finita la scuola di Belle Arti a Osaka, per 3 anni studia le tecniche della fabbricazione della carta. Dopo questa formazione tradizionale, viaggia in Cina e in Europa alla scoperta di metodi più adatti alla sua creatività. Sarà nell’atelier di Jean-Michel Letellier, incontrato qualche anno prima in Giappone, che finalmente inizierà a lavorare con la fibra (corteccia di gelso) prima della sua trasformazione in pasta di carta. Da qualche anno espone da sola o in coppia.
Jean-Michel Letellier nasce l’8 gennaio 1954. Vive e lavora a Trélazé (Angers). Nel 1997 decide di andare in Giappone per apprendere la fabbricazione della carta "washi" (carta giapponese), nel 1999 ottiene una borsa del Ministero degli affari esteri per soggiornare a villa KUJOYAMA, una residenza di Kyoto per artisti e scrittori. Nel 2001 apre il suo studio in Francia e inizia a realizzare opere di grande formato, oltre 4m². Durante uno dei numerosi soggiorni in Giappone scopre un metodo che gli permette di disegnare con la pasta di carta e inizia una serie di opere di carta sul tema del mondo vegetale dove il foglio si prolunga in un intreccio di rizomi.
Michaël Ripoche vive e lavora nella regione di Angers. Studia architettura del paesaggio in Inghilterra e ad Angers. Diplomato all’ENITHP (École Nationale d’Ingénieur des Techniques de l’Horticulture et du Paysage) di Angers e in infografia applicata al paesaggio al centro di formazione professionale Florian. Nel 1998 è cofondatore dello studio Vu d’ici, specializzato negli studi sul territorio e l’impatto ambientale e nell’assetto di paesaggi e giardini.