20. Le vilain petit jardin de Jean-Michel Vilain
I progettisti di questo giardino hanno deciso di ribaltare l’idea del benessere e delle piante salutari che associamo al giardino. Ci invitano a scoprire «l’anima» di un personaggio immaginario, Monsieur Vilain, attraverso «il corpo» del suo giardino.
Per Monsieur Vilain la vita non è certo rose e fiori. Spesso è di pessimo umore. Passa da momenti di nostalgia ad altri in cui si diverte a fare il burlone e giocare con le parole. Inevitabilmente i suoi stati d’animo si riflettono nel giardino, che incarna mirabilmente espressioni quali: «mi soffochi come l’edera», «inciampare in un filo d’erba», «è un letto di spine», «inventare di sana pianta», «non sono cavoli tuoi».
Con un intento pedagogico attraverso tale immaginario il giardino attrae il grande pubblico e dimostra che “dal letame nascono i fiori” e come tutto ciò che può sembrare cattivo, sporco, o maleodorante (come le tegole frantumate, il compost o i mucchi di stallatico) può rivelarsi un ambiente ideale per le piante.
Monsieur Vilain nel suo giardino coltiva volontariamente le «erbacce» per restituire loro un’anima. Si industria a far arrampicare le campanelle (Convolvulus). Raccoglie le erbe infestanti, piazza una panchina di fortuna tra i cespugli di rovi (è un mattacchione).
Il corpo umano digerisce, è un ciclo naturale. Il «corpo» del giardino segue lo stesso ciclo. Se Monsieur Vilain lavora il «corpo» del suo giardino, è per dargli un’«anima».
Il giardino ci propone una passeggiata che vivificherà «corpo e anima» con l’humour, gli scherzi e i mutevoli stati d’animo di Monsieur Vilain.
Monsieur Vilain ha scelto un insieme di piante mattacchione e odorose che pungono, grattano, stimolano il nostro corpo e restituiscono al giardino tutta la sua anima.
Progettisti
Arno Denis è scenografo. Lontano dai percorsi tradizionali e grazie alla solida formazione ricevuta all’École Boulle, completata da un diploma di paesaggista dell’École Nationale Supérieure du Paysage di Versailles, ha saputo diversificare le sue capacità e affinare lo sguardo sul mondo, in particolare quello della decorazione. Prima come scultore, e poi come assistente decoratore per il cinema, ha partecipato a numerosi progetti. Si è fatto le ossa in atelier del teatro e dell’opera, con scenografi quali Niki Rieti, Ezio Frigerio, Bob Wilson, e poi col cinema collaborando con diversi decoratori tra cui Thierry Flamand, Aline Boneto, Olivier Raoux, Guy-Claude François, Michel Barthelemy. Ha lavorato anche a numerosi spot pubblicitari come scultore, bozzettista, trovarobe e decoratore. Ha collaborato alla realizzazione dell’arredo in film come «Père et fils» di Michel Boujenah, «Maria Antonietta» di Sofia Coppola, «Asterix alle olimpiadi» di Thomas Langmann, «Arthur e il popolo dei Minimei» di Luc Besson, «Aurore» di Niels Tavernier, «Arsenio Lupin» di Jean-Paul Salomé, «Iznogoud» di Patrick Braoudé, «i fiumi di porpora 2» d’Olivier Dahan, «Imposture» di Patrick Bouchité, «RRRRrrr» dei «Les Robins des bois» e di Alain Chabat, «Blueberry» di Jan Kounen, «Il patto dei lupi» di Christophe Gans, «Pollicino» d’Olivier Dahan. E più recentemente primo assistente decoratore nell’ultimo film di Radu Mihaileanu, «Il concerto», e il cortometraggio di Mélanie Laurent, «À ses pieds», nell’ambito del progetto «X-plicit films» trasmessi su Canal+.
Pauline Robiliard è paesaggista. Nata nel 1985, ha compiuto il percorso di studi a Reims, dove ha preso la maturità in scienze e tecnologie industriali, indirizzo arti applicate , a Lione per un corso tecnico superiore di progettazione dello spazio, e a Parigi, all’École Nationale Supérieure du Paysage di Versailles. Ha fatto la gavetta presso lo studio Dominique Perrault, lo studio TNplus, il giardino botanico del Parc de la Tête d'Or a Lione... ha allargato gli orizzonti con esperienze professionali e mostre a Stavanger (Norvegia), Kopenick (Berlino, Germania), Madrid (Spagna), Dunkerque (Francia), Noroieni (Romania), villa Romana (Firenze), Guangzhou (Cina)... Ha lasciato il cuore negli studi Le Balto e Précarré: atelier di artisti paesaggisti (Le Havre, Berlino)… Ha lasciato la sua firma a Colonia (Germania), sullo storyboard di un corto metraggio, sulle pagine bianche di un racconto per bambini dell’autore Philippe Muller, e su alcuni progetti di giardini privati.
Xavier Coquelet è paesaggista. Lavora come capo progetto ed è co-responsabile del polo di gestione dei progetti relativi agli spazi pubblici per lo studio INterland di Lione. Contemporaneamente, attraverso la sua associazione «Atelier 710», esplora e partecipa alla realizzazione di cantieri ed eventi intorno al paesaggio.