Ebbrezza...: eccitazione euforica provocata da un sentimento, un’emozione, una passione.
Questa esaltazione – poco importa quello che la provoca – è uno stato dove tutte le nostre percezioni si offuscano e i nostri sensi si mescolano. Questa ebbrezza durante la quale i limiti dell’udito, della vista, dell’olfatto, del gusto e del tatto si confondono, ci conduce all’esplosione dei nostri sensi.
Un sentiero unico, in vetro, ci guida attraverso un’onda di graminacee dalla quale emergono forme strutturate di fiori dai colori mutevoli con il passare del tempo, diverse altezze, diversi colori, diverse forme. Le linee si attorcigliano, salgono e scendono per rivoltarsi su una porta sbilenca. L’ebbrezza sale, il capogiro fa presto la sua comparsa. La porta, fantastica e inquietante silhouette e passaggio tra due mondi, fa crescere la nostra voglia di superarla e vedere quello che c’è dietro. Si penetra quindi in un universo scuro e selvatico costituito da sottoboschi dove si staccano tronchi bianchi che disperdono lo sguardo. Odori di menta e alcool si mescolano nell’aria. Uno strano pianoforte, i cui tasti comandano sorprendenti suoni, due immense sedie sistemate su una morbida nuvola, attirano lo sguardo.
Le jardin de l’ivresse (Giardino dell’ebbrezza) vi immerge in un altro mondo fatto di forme, colori, profumi e suoni che dialogano con suoni ruvidi, profumi luminosi e paesaggi melodiosi creando le deliziose vertigini della sinestesia.
Progettisti
Margaux DEGAT, paesaggista, Antoine GERMAIN, creatore di spazi effimeri, MINH TA, designer e Romain GAUDICHE, compositore
FRANCIA
Da sinistra a destra: Minh Ta, Antoine Germain, Romain Gaudiche e Margaux Degat
Margaux Degat – paesaggista
I viaggi realizzati durante la sua infanzia e il suo attaccamento per il territorio del villaggio familiare del Lot hanno sviluppato in Margaux una curiosità e un gusto del paesaggio e della natura che l’hanno spinta, molto presto, a percorrere strade nuove. Durante i quattro anni che ha trascorso presso la Scuola Superiore d’Architettura dei Giardini, ha affinato e esplorato la sua sensibilità attraverso disparati progetti nei quali si è impegnata fattivamente al fine di offrire un legame di prossimità e di emozioni tra il paesaggio e gli abitanti. Durante il suo progetto di fine studi, svolto sotto la direzione di Michèle Elsair, ha difeso l’esistenza di una collinetta selvatica e clandestina nel cuore della crescente urbanizzazione della periferia parigina e condotto una ricerca circa il concetto di «natura». L’anno successivo, ha lavorato un anno nell’ufficio dei territori del Ministero dell’Ecologia e dello Sviluppo duraturo per il quale ha redatto una relazione sullo spazio periferico. Da settembre 2012, collabora con Richard Arnou e Santiago Diaz all’interno dell’agenzia di paesaggistica ERA situata a Ivry-sur-Seine.
Antoine Germain – creatore di spazi effimeri
Fin dalla sua più tenera età, Antoine ha sempre avvertito il bisogno di trasmettere e condividere le cose con gli altri. Suscitare un’emozione, un’interrogazione e tutte le altre nozioni che creano un legame tra colui che immagina e colui che interpreta. Amante delle sfide e in possesso di un baccalaureato, si orienta verso il settore evenemenziale e, in particolare modo, verso la progettazione di spazi effimeri. Crea, nel 2011, assieme a Timothée Selles, una società d’organizzazione di eventi atta a «diversificare il paesaggio evenemenziale». Esplorano insieme il campo delle arti visive mossi dal desiderio di tenerne in considerazione solo due idee fondamentali ovvero la creazione e l’innovazione. La progettazione di proiezioni architettoniche e l’organizzazione di eventi unici permettono a Antoine di sviluppare e utilizzare ininterrottamente la sua mente creativa nonché la sua capacità a gestire le nozioni di tempo, budget e squadra. Nel settembre 2012, il suo desiderio di contribuire all’allestimento di un spazio paesaggistico effimero si concretizza quando Margaux Degat, gli propone di partecipare al progetto del Festival dei Giardini di Chaumont-sur-Loire.
MINH TA - designer
Forte di un’infanzia ritmata dalle lezioni di scultura di Stéphane Santi e titolare di un BTS progettazione di prodotti industriali, Minh Ta decide di seguire studi in un campo che abbina arte e tecnica ovvero il design. Dal 2009 al 2011, segue una formazione presso lo Strate College che arricchisce la sua fervida creatività con conoscenze teoriche e pratiche della materia e soprattutto dell’oggetto. Costellata da diversi stage (manifattura Cartier, ateliers di Stéphane Gérard,...), la sua formazione si conclude con la discussione di una tesi di laurea che stupisce la giuria. Interrogandosi sull’atemporalità dell’oggetto, Minh Ta mette in luce una preoccupazione che lo seguirà in tutti i suoi lavori. Attraverso la deformazione e la discostruzopne, sembra volere cogliere il momento cruciale dove la materia diventa oggetto. Un oggetto che vuole essere estetico e funzionale. Parallelamente al design, Minh non esita a diversificarsi. Inventa costumi e accessori per cortometraggi e shooting, partecipa a esposizioni, mette in scena concerti e continua a scolpire. Dopo esserci cimentato nel lusso presso la casa Cartier, lavora in un atelier assieme a Arnold Goron per clienti come Isabel Marant o Aurélie Bidermann.
Romain Gaudiche - compositore
Nato nel 1989, Romain Gaudiche contrabbassista di formazione, inizia il suo apprendimento della musica a 14 anni. Dapprima attirato dall’ambiente rock, si interessa sempre più al jazz fino a iscriversi, nel 2007, nella M.A.I. (Music Academy International) di Nancy onde seguirvi un corso professionale. Di ritorno a Parigi una volta finita la sua formazione, si rituffa con un interesse crescente nell’universo delle musiche elettroniche, il che lo condurrà, nel 2010, a recarsi a una conferenza riguardante la storia di questo tipo musicale. Durante questo evento scopre Pierre Henri e l’acusmatica per i quali si appassiona. Durante il mese di settembre dello stesso anno, si iscrivre al corso di composizione elettroacustica diretto da Denis Dufour presso il CRR di Parigi. Da allora, realizza sia opere destinate a essere suonate durante concerti che installazioni, abbinando musica e arte plastica come, per esempio, la sua ultima opera «Confession» creata, lo scorso dicembre, a Osaka.