03. Le jardin du Verstohlen
Giardino di Cynthia Fleury e Antoine Fenoglio
PROGETTISTI
Cynthia Fleury è una filosofa e una psicanalista. È professoressa titolare della cattedra Umanità e Salute presso il Conservatorio nazionale delle arti e dei mestieri (Cnam) e professoressa associata presso la Scuola nazionale superiore delle miniere di Parigi (Mines-ParisTech), nonché titolare della cattedra di filosofia presso l’ospedale Sainte-Anne del Gruppo Ospedaliero Universitario di Parigi psichiatria e neuroscienze. Dopo essersi interessata molto alla politica e alla democrazia, le sue ricerche si sono evolute a contatto della psicanalisi. Trattano oggi prevalentemente di questioni etiche. Autore dell’opera intitolata Le Soin est un humanisme (La Cura è un umanismo) (2019), è una delle rappresentanti più conosciute del care (“cura”) in Francia. Nel 2022, ha co-redatto, assieme al designer Antoine Fenoglio, il libretto Ce qui ne peut être volé. Charte du Verstohlen (Quello che non può essere rubato. Carta del Versohrln) (Tracts-Gallimard). Cynthia Fleury è anche membro fondatrice della Rete internazionale delle donne filosofe, sotto il patrocinio dell’Unesco.
Antoine Fenoglio è un designer, co-fondatore assieme a Frédéric Lecourt del collettivo Les Sismo, specializzato nei legami tra design e etiche del care. Esso propone tre approcci, complementari o indipendenti: avviare il cambiamento, controllare una creazione responsabile e “derischiare” il futuro. Nel 2018, Antoine Fenoglio fonda con Cynthia Fleury il seminario “Design with care” presso il Conservatorio delle Arti e dei Mestieri, cattedra Umanità e Salute. Questo appuntamento mensile esplora i ravvicinamenti tra design, etica e filosofia. Antoine Fenoglio è anche direttore del design, della sperimentazione e del dispiegamento della cattedra di filosofia presso l’ospedale GHU Parigi Psichiatria e Neuroscienze. Nel 2022, pubblica con Cynthia Fleury Ce qui ne peut être volé. Charte du Verstohlen (Quello che non può essere rubato. Carta del Vertsohlen) (Tracts-Gallimard), testo fondatore per una “clinica del reale che permette di raccogliere le sfide di trasformazione necessaria del mondo contemporaneo”.