08. Cendres fertiles
La vita dei giovani adulti è stata segnata dal confronto con il degrado del nostro ambiente naturale. Gli ultimi mesi e anni sono stati tanto più significativi in quanto questo degrado è diventato rapidissimo e radicale, quando il fuoco ha distrutto numerose foreste. Senza distogliere lo sguardo, né cadere nel sensazionalismo, viene raccontato qui l’attraversamento di un giardino ferito dal passaggio del fuoco, all’interno del quale le dinamiche benefiche riprendono. Invitato a concentrarsi in una specie di camera stagna situata l’ingresso del giardino, il visitatore entra in una foresta bruciata, i cui tronchi sono in netto contrasto con le piante arrampicanti di colore verde che le investono, le giovani piante forestali e le piante rustiche distribuite sul suolo di roccia vulcanica.
Un limite, materializzato da una barriera di legno, divide il giardino in due parti. Segna il confine tra la foresta in stato di risveglio e la foresta ricostituita, il nero e il bianco e i colori. Superarlo significa fare un salto indietro di alcuni decenni: giovani alberi vivi e vegeti si ergono, stirando i loro rami e i loro fogliami nascenti. Ci accompagna fino all’uscita del giardino, dove un acero illuminerà le ultime ore del giorno in autunno. Purché correttamente usata, la cenere può risultare essere un ottimo concime naturale e fertilizzare i suoli. Il giardino risorge dalle proprie ceneri. Non tutto è perduto.
PROGETTISTI
Robin Eymieux è un urbanista laureato dell’università Parigi 1 Panthéon-Sorbonne Ha trascorso la sua infanzia nei pressi della città di Tours, tra i dipartimenti del Cher e della Loira, in un ambiente naturale e storico stimolante. La vicinanza dei giardini di Villandry, la vivacità della vegetazione delle rive dei corsi d’acqua (benché danneggiata dai recenti cambiamenti climatici), nonché la relazione della sua famiglia con il giardinaggio, hanno segnato il suo immaginario. Oltre i suoi studi, sviluppa poco a poco un forte interesse per l’illustrazione, il disegno e la botanica. Dopo studi generalisti in urbanistica e pianificazione, cerca di migliorare le sue conoscenze riguardanti il paesaggio avendo un approccio del campo concreto e vicino. Raggiunge la società cooperativa Champ Libre per diversificare la sua pratica, approfondire il suo interesse per questo argomento e seguire azioni di formazione a contatto con progettisti paesaggisti. Per lui, ciò rappresenta una possibilità di lavorare su argomenti legati alla riconversione degli spazi urbani attraverso la progettazione paesaggistica, in vari comuni normanni come, per esempio, a Beuzeville dove un antico giardino di un maniero è stato trasformato in un parco pubblico. I casi della vita professionale lo riportano anche nella regione dei castelli ed in particolare nella regione di Loch dove studia la riconversione di un’ampia pianura alluvionale di pioppi in prati e canneti utilizzati per passeggiate e mostre artistiche all’aria aperta. Nella medesima ottica, il suo desiderio consiste a contribuire, nel suo piccolo, a mettere in atto gli adeguamenti necessari per fare fronte ai cambiamenti globali mediante le piantagioni, il disegno e il contatto sociale.
Antoine Debray è un paesaggista progettista, diplomato nel 2018 della Scuola Nazionale Superiore del Paesaggio (ENSP) di Marsiglia, e un urbanista diplomato dell’Istituto di Urbanistica e Pianificazione Regionale (IUAR) di Aix-en-Provence. Dopo un corso di botanica nella regione di Tolosa, prosegue i suoi studi superiori sotto il clima mediterraneo ad Antibes e quindi a Marsiglia. Sviluppa poco a poco il proprio interesse per il paesaggio e la progettazione, percorrendo i paesaggi del sud della Francia, dalle montagne pirenaiche ai calanchi marsigliesi. Al fine di arricchire e diversificare il suo approccio della progettazione, segue una parte dei suoi studi a Edimburgo in Scozia per scoprire le metodologie anglosassoni quindi, spinto dagli stessi desideri, parte in America Centrale percorrere i paesaggi cubani e messicani. Raggiunge Champ Libre nel 2021 e diventa capo progetto. Sviluppa progetti di progettazione dalle gamme vegetali naturalistiche e ambizioni modeste di diversificazione ecologica e miglioramento dei paesaggi vissuti. Durante il suo primo anno di studi presso l’ENSP, vari incendi devastano i calanchi e anneriscono il cielo marsigliese. Gli faranno scoprire con il passare degli anni e delle passeggiate botaniche, la resilienza naturale della vegetazione mediterranea di fronte al fuoco e l’evoluzione progressiva di questi paesaggi.
Inizialmente laureato in architettura ad Hanoi, Xuan Tuan Nguyen ha approfondito i suoi studi a Parigi nel settore paesaggistico e quindi urbanistico. Affascinato dalla natura sin da bambino, si interessa durante i suoi studi di architettura, svolti ad Hanoi, alla questione della transizione tra i fabbricati, le attività umane e la vegetazione che li circonda. Ecco perché desidera imparare e arricchirsi con delle visioni urbanistiche e paesaggistiche sviluppate in Europa, il che lo spinge a traslocare a Parigi per continuare i suoi studi paesaggistici presso la Scuola Superiore di Architettura dei Giardini (ESAJ) e urbanistici presso l’Istituto di Urbanistica Gustave Eiffel. Le sue varie influenze si sono arricchite della sua doppia nazionalità franco-vietnamita. Raggiunge la società cooperativa Champ Libre nel 2014 all’interno della quale diventa capo progetto paesaggio e urbanistica al fine di approfondire questa duplice cultura. Le sue origini si ritrovano nella composizione vegetale dei progetti che elabora, nonché nella loro estetica, la loro sobrietà e il loro carattere manuale. Cura anche progetti alternativi come lo Street Food Festival di Lione dove presenta la sua passione per il giardinaggio delle piante aromatiche asiatiche. Inoltre, svolge un’attività di architetto ibrido che continua a esercitare nel territorio vietnamita. Così, Xuan Tuan cerca di mescolare i due universi nei quali si è costruito, sviluppando una pratica multiculturale e avendo cura di non contrapporre mai le costruzioni umane e l’universo vegetale.