09. Brèche
La breccia, risultato dei movimenti della terra, rende visibile la potenza delle piante, protagoniste della resilienza. Valorizza l’evoluzione delle piante spontanee e la coesistenza di varie specie. Ispirandosi alla meccanica delle piene e delle magre della Loira, il giardino propone tre ambienti attorno a una breccia: la foresta alluvionale, le spiagge e le banchine. “È vicino all’acqua che ho meglio compreso che il fantasticare è un universo in emanazione”, scriveva Gaston Bachelard nel suo saggio sull’immaginario della materia intitolato L'eau et les rêves (L’acqua e i sogni).
La gamma vegetale si ispira alla valle della Loira, associando piante indigene adatte al clima e piante selvatiche. In ogni ambiente, una matrice di circa tre vegetali per strato offre sorprese, elementi isolati e singolari da contemplare. Il giardino viene gestito secondo i principi della sintropia sviluppata da Ernst Götsch, agricoltore pioniere in Brasile. Si tratta, per il mondo vivente, di tendere verso una maggiore organizzazione e una crescente complessità. Questo tipo di gestione permette di prendere in considerazione le sfide poste dallo sviluppo sostenibile e dalla biodiversità, combinando una diversità importante delle piante.
PROGETTISTI
Elisabeth Boscher è un’architetta abilita alla direzione dei lavori svolti in proprio. Ha studiato presso la Scuola Nazionale Superiore di Architettura (ENSA) di Parigi-La Villette dove ha incontrato Sébastien e la Technische Universität di Berlino. Ha lavorato in particolare con Bernard Tschumi e nell’Atelier Georges, agenzia per la quale collabora attualmente tra le sedi di Nantes e Montreuil. La sua area di competenza si è arricchita di formazioni in paesaggio e giardino presso la Scuola Nazionale Superiore di Paesaggio (ENSP) di Versailles, dove ha incontrato Louise e Lorraine. Nell’ambito del concorso internazionale Europan, le sue riflessioni sul grande territorio sono state premiate con un progetto preselezionato nella sezione 15 “Città Produttive” quindi con un progetto menzione speciale realizzato in associazione con Rerum Architectes nella sessione 16 “Città Viventi”. Si lancia in una ricerca di frugalità, attraverso una pratica concreta sul campo, un’attenzione per le cose esistenti e l’impiego di materiali locali al fine di costruire progetti sostenibili, desiderabili e radicati nei loro territori.
Originaria della regione angioina, Louise Grall-Vigneron fa, fin da bambina, passeggiate lungo le rive della Loira. Inizia i suoi studi di classi preparatorie di lettere quindi di comunicazione a Nantes presso SciencesCom. Durante i suoi anni di Master, coltiva la sua passione per l’arte dell’immagine: illustrazione, video e fotografia diventano i suoi strumenti prediletti. Inoltre, riscopre il piacere di lavorare all’aperto durante una missione di servizio civico presso Veni Verdi. Il potenziale sociale dei giardini, mescolato con un interesse per l’ecologia e il mondo vivente la spingono a proseguire su questa strada seguendo una formazione di creazione di tisane presso la fattoria urbana di Neder-over-Heembeek, vicino a Bruxelles. Nel 2022, segue la formazione continua di progettazione di giardini paesaggistici della Scuola Nazionale Superiore di Paesaggio (ENSP) di Versailles dove incontra Lorraine, Sébastien e Elisabeth, assieme ai quali forma il Collectif Brèche. Per pensare il giardino, invoca un immaginario fantastico che le permette di adottare vari punti di vista nei quali l’uomo non è il centro del mondo. Il suo approccio è guidato dalla volontà di creare coabitazioni tra gli esseri viventi: preservare la ricchezza degli ambienti offrendo un posto equo a ogni elemento che li compone. L'empatia, l’inclusività e la curiosità sono strumenti che sceglie per aprire brecce nel calcestruzzo.
Nata nella primavera 1993 a Nancy, Lorraine Lefort è titolare di una laurea in Storia dell’Arte conseguita presso la Scuola del Louvre. Questi primi studi le permettono di scoprire le forme assunte dalla creazione umana in spazi geografici diversi nel tempo, aprendole quindi numerose prospettive di pensare e fare. Dopo un viaggio di diversi mesi in Nepal, inizia un master di Fotografia ed Arte Contemporanea presso l’Università di Parigi 8 (Vincennes-Saint Denis). Vi sviluppa un lavoro allo stesso tempo plastico e teorico che tratta dell’ecologia delle immagini, della porosità dei simboli e di animismo. Il suo lavoro pluridisciplinare mescola il collage, il suono, il video, la fotografia analogica, e le parole. Particolarmente desiderosa di migliorare la vita quotidiana vissuta dagli abitanti delle metropoli, e di mettere la sua creazione al servizio del mondo vivente, inizia nel 2021 la formazione continua della Scuola Nazionale Superiore del Paesaggio (ENSP) di Versailles dove incontra Elisabeth, Louise e Sébastien. Pensando il giardino come un cosmo in evoluzione e sviluppando la connessione intima all’ambiente, vuole partecipare alla decentralizzazione dello sguardo occidentale proveniente dalla modernità, permettere una riconnessione a cicli che sembrano essere scomparsi dalle nostre vite ed incoraggiare il cambiamento di paradigma, verso un’esperienza vissuta del mondo rinvigorita e ricongiunta agli esseri umani e non mediante l’empatia e lo stupore.