21. Le jardin d’amour

 

È un giardino che si scopre. L’immaginario viene alimentato da uno spazio intrigante dove lo sguardo così come l’udito sono colpiti. Una foresta di salici rossi avviluppa il passante in un velo pigmentato che lo traspone in un flusso di sensazioni rassicuranti, mentre alcuni suoni strani attraversano lo spazio. Che cosa è possibile rispondere a questi «ti amo» lanciati nell’aria, se non sorridere, ricordarsi, commuoversi e quindi gironzolare. Le Jardin d’Amour (il Giardino d’Amore) è una semplice ode dedicata al sentimento più nobile anche se, spesso, contorto e mutevole. Ecco perché sarà possibile perdersi facilmente nel giardino e vagabondare tra i numerosi salici rossi piantati. 

Le Jardin d’Amour è dapprima costituito da una serie di 35 voci che enunciano ininterrottamente la stessa frase «I love you» in 35 diverse lingue. Le voci maschili e femminili, registrate, sono accompagnate da una serie di brevi richiami di uccelli e piccoli animali. La sequenza si ripete per tutta la durata dell’apertura del giardino. Penetrare nel Le Jardin d’Amour, significa accettare di vivere un certo trambusto emozionale, specie di pausa quotidiana che spinge lo spettatore in un viaggio introspettivo.  

Mathieu DUVIGNAUD, architetto paesaggista, Pierre MARIÉTAN, compositore e direttore dell'Incontri Architettura Musica Ecologia e Eléonore COURT, ingegnere paesaggista

 

Titolare di un diploma di architettura paesaggista conseguito presso Scuola Nazionale della Natura e del Paesaggio (2001), Mathieu Duvignaud ha creato, nel 2000, un gruppo di ricerca sull’arte e l’urbanistica (Bamagonie). Quindi, ha partecipato all’ICOTEM (Laboratorio LARESCO presso la Facoltà delle Scienze dell’Uomo), Dipartimento di Sociologia a Poitiers (Franca). Attualmente, codirige l’ONG Micro Mundo che sviluppa progetti audiovisivi e culturali assieme al Ministero della Cultura brasiliano. Inoltre dal 1996, Mathieu Duvignaud sviluppa una ricerca artistica e urbanistica chiamata «l’Arte del caso o uno sguardo sull’oblio». Nel 2009, ha iniziato uno studio sull’arte della tecnologia, il Biofeedart, che mira alla creazione di uno strumento artistico e pedagogico che lega corpo, emozioni e arte. Ultimamente, approfondisce tutte queste sue ricerche su opere di Land art e ecologia urbanistica.

Pierre Mariétan ha studiato presso il Conservatorio di Ginevra (1955-1960) la scrittura/teoria/corno dove ha conseguito un diploma di maestro di cappella, polifonia e canto gregoriano. Inoltre, ha studiato la direzione d’orchestra presso il Conservatorio di Venezia (1958-1960), la composizione presso la Hochschule für Musik di Colonia (1960-1962) con B-A Zimmermann, nonché presso la Musikakademie di Basilea (1961-1963) con P. Boulez e la Rheinische Musikschule a Colonia (1964-1965) con K. Stockhausen, Gottfried Michael Koenig e H. Pousseur. È stato anche professore presso le Università di Parigi (I e VIII) dal 1969 al 1988 e la Scuola di Architettura di Parigi Villette dal 1993 al 2000. Fondatore nel 1979 e direttore dal 1990 del LAMU (Laboratorio Acustico e Musica Urbanistica della Scuola di Archiettura di Parigi La Villette), è responsabile dei programmi finanziati dai Ministeri della Cultura e dei Lavori Pubblici. Inoltre ha composto più di duecento opere che si avvalgono delle più svariate fonti sonore (strumentali, orchestrali, elettroniche, vocali...) e che vengono suonate in numerosi concerti e festival di musica classica e nuova e realizzato numerose installazioni/dispositivi sonori temporanei e permanenti.

Eléonore Court è ingegnere paesaggista. Ha conseguito il proprio diploma presso la Scuola Nazionale Superiore della Natura e del Paesaggio. Ha lavorato in veste di incaricata d’affari Paesaggio e Urbanistica presso il Parco Naturale di Millevaches (Limosino), quindi per due anni come libera professionista a Roma. Lavora, oggi, nel campo della formazione e dell’inserimento professionali presso l’Istituto d’Ecologia in Ambiente Urbanistico (IDEMU) e nei Giardini Passeggiate di La Villette, giardini a vocazione pedagogica, culturale e sociale.