15. QUE VIENNE LA PLUIE…
published at 15/09/2017
La temperatura della superficie del globo dovrebbe aumentare di 1 - 6°C nel corso del XXI secolo, il che causerà un inevitabile innalzamento delle acque. Di fronte a questi cambiamenti radicali, quali saranno i nuovi modi di abitare e sfruttare un ambiente ormai instabile e movente?
PRIX FOR CREATION
Awarded on the 1st of July 2016 by a jury of professionals renowned in the world of garden art
Questo giardino si avvale delle forze vive che spingono sia l’uomo che la natura a rinascere al fine di ricostruirsi piuttosto che accettare la fatalità. Ispirato all’estetica naturale dei paesaggi delle mangrovie e dei giardini e degli orti galleggianti del lago Inlé in Birmania, traspone, sotto le nostre latitudini, entrambi questi universi di paesi caldi ricorrendo al vimine vivente. Il vimine riesce, come il paletuviere, a consolidare gli argini dei fiumi, a radicarsi in mezzo di una corrente d’acqua o a spostarsi. Si piega, si torce, si incurva per costituire moduli galleggianti, nonché un’architettura primitiva diventando sia rifugio che spazio di contemplazione.
Qui, si ha meno a che fare con una natura passiva o ostile che bisognerebbe domare. Que vienne la pluie costituisce uno spazio sperimentale dove l’azione dell’uomo diventa tenue, reversibile e gioiosa in una nuova armonia quasi simbolica.
PROGETTISTI
Frédérique LARINIER, ingegnere agronomo, Gaël BARDON, giardiniere-paesaggista e Emmanuel PUYBONNIEUX, cestaio
FRANCIA
Da sinistra a destra: Frédérique Larinier, Gaël Bardon e Emmanuel Puybonnieux
Frédérique Larinier
«La storia del giardino “Que vienne la pluie” inizia dopo importanti danni provocati dall’acqua. Amo ritrascrivere o captare questo tipo d’anomalia poetica attraverso la mia pratica paesaggista. Ma torniamo alla fonte... Diplomata nel 2003 della Scuola Nazionale d’Ingegnere delle tecniche Agricole, ho scelto di specializzarmi negli approcci paesaggisti seguendo un Master Paesaggio e Pianificazione Territoriale a Marsiglia nel 2005. Sensibile ai grandi paesaggi e a quello che ci dicono, mi interesso alle rappresentazioni sociali che elabora la nostra percezione dello spazio. Così, ho condotto, nel 2005, uno studio presso l'INRA sul paesaggio periurbano al fine di capire meglio dove si trovano le zone di tensione e sperimentazione tra ruralità e urbanità. Più globalmente, ho preso coscienza grazie alla mia esperienza d’agronoma, dello stretto legame tra attività umane e evoluzioni paesaggistiche, tra modi di gestione e dinamiche ecologiche. Nel 2009, ho iniziato la mia attività di paesaggista installandomi nel Limousin, associando una visione razionale e un approccio più retrospettivo e artistico. Spinta dal mio interesse per l’ecosofia e la geobiologia, ho realizzato, nel 2015, un viaggio in Cina per risalire alle fonti del feng shui. Proseguo oggi questa mia esplorazione verso pratiche di pianificazione in armonia con i luoghi e rispettose degli ecosistemi. Nei miei progetti che oscillano tra il grande territorio e il microcosmo del giardino, affronto lo spazio in modo intuitivo, curioso e pluridisciplinare, tenendo sempre in mente che il paesaggio è prima di tutto uno specchio di quello che siamo».
Gaël Bardon
«Nato a Limoges nel 1983, ho compiuto il mio approccio del giardino all’età di 15 anni, in Corrèze a Objat dove ho potuto imparare i rudimenti del giardinaggio. Così facendo, ho potuto scoprire che la sua complessità va di pari passo con la sua fragilità! Il giardino non è nient’altro che un ambiente su scala ridotta. Il tempo delle stagioni conta anche molto… Il mio lavoro diventa per me una rappresentazione dell’uomo che cancella le stagioni: le foglie dell’autunno sono raccolte per lasciare posto al gelo e alla neve dell’inverno… Dopo studi classici e un baccalaureato professionale in Lavori Paesaggistici, ho iniziato a lavorare come giardiniere per un ente territoriale nella Haute-Vienne. Quattro anni dopo, desideroso di vedere altre cose e sviluppare la mia sensibilità creativa, ho iniziato un BTSA sistemazioni paesaggistiche presso la Scuola Superiore d’Agricoltura d’Angers seguendo corsi serali. Ho proseguito i miei studi con una laurea professionale di «coordinatore di progetto opzione infografia», incentrata sull’acquisizione delle competenze in infografia di uffici studi o di agenzie architettoniche. Nel 2012, dopo avere ottenuto la mia laurea, ho preso il volo e ho scoperto il mondo delle aziende lasciando il mio posto di lavoro e avere trascorso 10 anni nella funzione pubblica. Il giardino mi ha permesso, in un primo tempo, di mantenermi e sviluppare le mie competenze d’infografico. Man mano della mia progressione come freelance, ho aggiunto nuove frecce al mio arco… Da infografico d’ufficio studi, ho deciso di diventare infografico specializzato nella comunicazione aziendale. Oggi, creo e realizzo i loro supporti di comunicazione cartacei e dematerializzati. Il mio passato di geek e la realtà dei cantieri di manutenzione dei giardini hanno avuto la meglio e oltrepassato le mie aspirazioni in materia di paesaggio. Sono quindi sempre combattuto tra natura e cultura web. Oscillo, dubito ma… vado avanti!»
Dopo avere sperimentato numerosi mestieri, Emmanuel Puybonnieux decide di compiere una svolta professionale nel 2000, il che lo conduce a iscriversi alla Scuola Nazionale della Cultura del Vimine e dell’Arte del Cestaio di Fayl Billot. Diventato cestaio, segue le orme di suo nonno di cui ritrova i gesti, il che lo immerge in una tradizione della Creuse dimenticata dalla metà del XX secolo. Dapprima nella Creuse, quindi più recentemente a Aixe-sur-Vienne, sviluppa la propria attività di artigiano. Coltiva anche numerose varietà di vimine che, senza il suo know-how, sarebbero cadute nell’oblio. Manipola il vimine vivo e secco nonché il castagno, materia prima che gli permette di realizzare sia strutture monumentali per giardini che elementi in vimini più tradizionali. Trasmette anche la sua passione attraverso stage che si svolgono sia presso vari comuni che rivolti al grande pubblico.